Letture Serali

A cavallo tra il secolo dei primi treni e quello dei primi aerei, per alcuni anni venne allegato ai quotidiani un inserto di prosa. Certi giorni della settimana, senza particolare regolarità, aprendo il giornale al centro, vi si trovava un foglio volante, d’un blu chiaro e un po’ sonnolento, per così dire, stampato della prosa più varia. Di volta in volta, sotto al titolo ‘Letture Serali’, si leggevano racconti brevi, invettive venate d’una satira vagamente assurda, scherzi dichiaratamente irragionevoli o anche, all’occorrenza, riflessioni più serie.

In molti, appena acquistato il giornale, si scoprivano frugarne le pagine sperando di scorgere quel blu caratteristico che avevano imparato a riconoscere, e che cercavano come il viso di un amico nella folla.

La sera, dopo una giornata impegnata nelle attività più diverse, tornati nell’abbraccio delle mura domestiche, ecco che si allungano sulla poltrona e, tolto l’inserto, si dedicano per qualche tempo alla lettura. La moglie, sentendo una risata soffocata o un commento sfuggito al marito, lo prega di leggere a voce alta, e per un attimo anche i bambini smettono di giocare e ascoltano in silenzio. Poi viene servita la cena, il sole tramonta dietro alle case, e la sera cede piano il posto alla notte.


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Medardo Blu